La ionoforesi sfrutta un leggero flusso di corrente elettrica esercitata su specifiche aree del corpo. Le parti da trattare vengono immerse in una precisa quantità d’acqua, contenuta all’interno di particolari vasche in cui vengono posizionati gli elettrodi.
Il farmaco utilizzato può avere polarità negativa o positiva ed in base a questo viene posto sul catodo o sull'anodo dell'elettromedicale (l'elettrodo non viene posto a diretto contatto con la cute ma con l'interposizione di una spugnetta), gli elettrodi vengono coperti da delle griglie di plastica, per evitare il contatto diretto con la pelle e prevenire il rischio di ustioni. Grazie all’acqua, la corrente si propaga attraverso la pelle nelle regioni bagnate del corpo per garantire i risultati del trattamento.
Attraverso la corrente erogata il medicamento viene veicolato da un polo all’altro attraversando così la sede affetta da patologia e rilasciando lo specifico principio attivo che agirà con sue caratteristiche fisico-chimiche.
Gli ioni attivi attraversano la barriera cutanea dopo i primi 15 minuti di trattamento, per cui sono necessarie sedute di almeno 20 minuti, durante le quali il paziente avverte un leggero formicolio. La elettroterapia ionoforesi è controindicata nei soggetti con presenza di pace-maker, mezzi di sintesi metallici, lesioni cutanee, epilessia, ipoestesia cutanea, donne in gravidanza, portatori di protesi in metallo (protesi articolari), persone con problemi cardiaci
Inoltre, prima di incominciare la seduta di terapia, tutti i gioielli (anelli, bracciali, orologi, ecc.) devono essere tolti, e abrasioni, lesioni cutanee e tagli devono essere coperti con un unguento che funga da barriera, come la vaselina.